Dott. Fabrizio Iacono
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Ipertrofia Prostatica – Intervista al Prof. Iacono a Studio Mattina

Febbraio 19, 2025/in News /da lf49fhbl

Il Prof. Fabrizio Iacono parla delle metodologie innovative nel campo dell’Ipertrofia Prostatica che consentono interventi minimamente invasivi in day hospital.
Tra queste si citano il Rezum, un’innovatia terapia micro-invasiva che fa uso di vapore acqueo, e il Laser Verde, che consente di vaporizzare l’ingrossamento prostatico senza sanguinamento.

https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2025/02/vlcsnap-2025-02-19-15h54m29s278.png 1080 1920 lf49fhbl https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/03/logo_fabrizioiacono.png lf49fhbl2025-02-19 15:03:052025-02-19 15:03:05Ipertrofia Prostatica – Intervista al Prof. Iacono a Studio Mattina

Sesso e terza età: il rimedio sta in un integratore

Gennaio 31, 2023/in News /da lf49fhbl

L’invecchiamento è un processo fisiologico al quale nessuno può fuggire. Non esiste un elisir in grado di arrestarlo o di arrestare le conseguenze su corpo e mente.

Una delle complicanze dell’avanzare dell’età è sicuramente legata al benessere di coppia: con il passare del tempo, la funzione sessuale risente dell’invecchiamento degli organi, alterando il ‘potere seduttivo’ della donna e la ‘potenza sessuale’ dell’uomo.

La seduzione femminile è legata principalmente all’aspetto esteriore, l’uomo invece teme la perdita della potenza sessuale, oltre che di quella – potenzialmente tardiva – della fertilità.

In modalità tra loro complementari, oggi, chirurgia plastica, medicina estetica ed andrologia sono in grado di rallentare in modo significativo l’invecchiamento sessuale in entrambi i sessi.

L’andrologia in particolare – in seguito alle più recenti scoperte scientifiche sulle alterazioni microstrutturali dei corpi cavernosi e del ruolo svolto nel determinare un deficit erettile – ha aperto le porte a nuove proposte terapeutiche per ripristinare o conservare sempre giovane la funzione sessuale maschile.

In particolare, con l’avanzare dell’età i corpi cavernosi vanno in contro a alterazioni microstrutturali che concernano la perdita progressiva di fibre elastiche in favore di fibre collageniche. Questo limita le reazioni fisiologiche da eccitazione, causando disfunzione erettile dovuta a un progressivo e dannoso ‘indurimento’ strutturale del pene.

La disfunzione sessuale è strettamente legata alla riduzione fisiologica di testosterone che tende a calare progressivamente dai 50 anni in poi, in condizioni fisiche normali, anche prima in presenza di particolari condizioni come cancro alla prostata e malattia di Peyronie.

Tuttavia, le più recenti ricerche in ambito medico-scientifico sull’argomento hanno dimostrato che l’impiego di integratori a base di ‘tradamixina’ correlato a sangue ricco di piastrine e a onde d’urto a bassa intensità si riesce a rallentare il processo fibrotico e, in alcuni casi, anche a riequilibrare la presenza di fibre elastiche e collageniche nel corpo cavernoso. In questo modo, restituendo una capacità di funzione all’organo che sia valida.

Quindi, l’assunzione dell’integratore a base di tradamixina in associazione a sangue ricco di piastrine e, soprattutto, a onde d’urto a bassa intensità – che riescono ad esercitare un’azione antifibrotica dei corpi cavernosi in soggetti affetti da induratio penis plastica – costituiscono un protocollo terapeutico potenzialmente considerabile un elisir di lunga vita sessuale nell’uomo.

https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2023/01/Terapie-meno-invasive-Recuperato.jpg 1080 1080 lf49fhbl https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/03/logo_fabrizioiacono.png lf49fhbl2023-01-31 10:18:272023-01-31 10:20:06Sesso e terza età: il rimedio sta in un integratore

Ritrovare l’intimità scacciando i tabù

Novembre 1, 2022/in News /da lf49fhbl

 

 

Per effetto di quello che evidentemente è un gap culturale ancora tutto da risolvere, per gli uomini affrontare il tema della salute è sempre molto difficile.

Figurasi quando si tratta di salute riproduttiva o, addirittura, di problemi dell’apparato genitale. Un vero tabù.

La chirurgia genitale maschile ha avuto negli ultimi decenni una decisa evoluzione grazie all’avvento di tecniche sempre più raffinate, ideali per correggere diversi problemi che solo un ventennio fa erano considerate poco risolvibili o corredate di un’enormità di complicanze. Tutto questo si è sempre sommato al pregiudizio di non avere mote remore a parlare di patologie che ci colpiscono nella sfera più intima.

Per fare degli esempi, tra i casi più comuni si pensi alla chirurgia dell’uretra in caso di malformazioni congenite, come quella che consiste nella posizione anomala del “meato uretrale esterno” (vale a dire il condotto attraverso il quale si fa la pipì) e che si chiama ipospadia o anche le stenosi, che sono restringimenti causati da infiammazioni sottovalutate e mal curate.

Le tecniche chirurgiche del passato prevedevano interventi ripetuti e spesso con risultati poco soddisfacenti, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Oggi abbiamo tecniche che adoperano lembi di mucosa della bocca per ricostruire lunghi tratti dell’uretra, in un unico intervento si ottengono risultati straordinari e le complicanze sono molto rare.

Anche le malformazioni del pene sono oramai facilmente risolvibili con metodologie chirurgiche molto raffinate che possono restituire la giusta forma nei casi di incurvamento congenito o acquisito (in caso di malattia di La Peyronie) .

Un’altra richiesta che spesso viene rivolta a noi chirurghi che ci occupiamo di questa materia è l’allungamento del pene. In questi casi va sempre posta la massima attenzione clinica, perché molto spesso si tratta solo di insicurezze e non di problemi reali. In rari casi, però, effettivamente c’è esigenza di un intervento e questo tipo di chirurgia ci consente di avere risultati gratificanti, riuscendo ad ottenere effetti cosmetici molto buoni.

Sentito da moltissime coppie è poi il tema dell’infertilità maschile, un campo nel quale oggi si possono raggiungere risultati straordinari in casi per i quali prima non c’erano possibilità. L’azoospermia (assenza totale di spermatozoi) e uno degli esempi lampanti. Grazie alla microrchirurgia (microtese) possiamo estrarre direttamente gli spermatozoi dal testicolo per procedere poi ad una successiva fecondazione in vitro (ICSI) con risultati di gravidanze nel 40-50% dei casi. In più, tecniche chirurgiche già collaudate sono diventate sempre meno invasive, come l’intervento per varicocele che prevede già da molti anni un accesso chirurgico molto piccolo a livello inguinale e si può eseguire in regime di “dayhospital” e in anestesia locale.

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Consumo di pillole contro la disfunzione erettile, la Campania è al primo posto

Agosto 27, 2022/in News /da lf49fhbl

Record nel consumo di medicinali per combattere la disfunzione erettile nonostante la popolazione giovane. Il Prof. Fabrizio Iacono: “Effetti post- Covid e crisi economica”

La Campania è al primo posto per quanto riguarda il consumo di farmaci contro la disfunzione erettile: lo certifica la tabella stilata dall’Osmed (Osservatorio sull’impiego dei medicinali). Secondo i dati raccolti dal 2015 al 2021, l’Italia ha effettuato un notevole incremento nel consumo delle pillole contro la disfunzione erettile, passando dal 2,9% del 2015 al 5,2% registrato nello scorso anno.  Particolarmente evidente è il balzo della Campania, salita dal 3,5% al 7,3% nel 2021.

Ne parla il prof. Fabrizio Iacono, urologo, andrologo e professore associato alla Federico II: “Il dato stupisce anche perché, dal punto di vista demografico, siamo la regione con la popolazione più giovane, quella apparentemente meno coinvolta dal problema impotenza ” . Dunque, quali possono essere le cause di questo improvviso incremento? Il professore prova a fornire un’ipotesi, partendo dagli effetti del long Covid: “Ho visto pazienti che oltre ad aver perso olfatto e gusto, lamentavano una débâcle sia della funzione riproduttiva che di quella sessuale”.

A contribuire all’incetta di farmaci pro-erezione ci sarebbero inoltre, aggiunge lo specialista, fattori socio- economici: ” La carenza di lavoro e il timore di un reddito insufficiente sono alla base di un’insicurezza che si ripercuote sotto le lenzuola. Soprattutto qui da noi, dove i giovani sono più penalizzati. E questo spiegherebbe perché tanti di loro non riescono ad avere un’erezione adeguata e si rivolgono al mercato ( libero) dei farmaci per la Disfunzione Erettile. Con tutti i rischi a cui espone un comportamento del genere. È una mia sensibilità, del tutto personale, per ora non ci sono studi che validano questa teoria”.

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Quando l’ansia d’amore diventa ansia da prestazione

Agosto 19, 2022/in News /da lf49fhbl

La sessualità per i giovani apre un mondo di emozioni che spesso può spaventare e trasformarsi in ansia da prestazione.

La sessualità per i giovani è un territorio spesso nuovo e complesso, in cui convergono tantissime emozioni e sentimenti. La mancata educazione e i taboo che ancora oggi persistono e che impediscono di parlare con serenità del tema, portano i giovani ad approcciarsi alla sessualità in modo impacciato ed insicuro, portando spesso gli stessi a fare scelte dannose per la propria salute, come ad esempio procurarsi farmaci che procurano l’erezione senza un consulto medico adeguato.
La disfunzione erettile, come è ormai noto, può originare non solo da cause organiche (come malattie vascolari e diabete) e da fattori di rischio quali fumo, alcool e obesità, ma anche psicologici. Tutti questi fattori vanno messi in conto se si desidera giungere ad una risoluzione del problema, e il modo più rapido, sicuro ed efficace è rivolgersi ad un medico esperto.

Laddove la disfunzione erettile non ha origini psicologiche, è possibile curare il problema o attraverso i farmaci o con tecniche indolori e non invasive. Tra le tecniche di maggior successo, annoveriamo le onde d’urto, che possono portare in sole 10 settimane a risultati eccellenti per circa 7 pazienti su 10.
Il prof. Fabrizio Iacono, urologo e andrologo, nonché docente di ruolo presso l’Università Federico II di Napoli, ne parla in questa intervista per Cinquecolonne Magazine.

ASCOLTA L’INTERVISTA

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https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2022/08/Progetto-senza-titolo-2022-08-19T133216.707.png 788 940 lf49fhbl https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/03/logo_fabrizioiacono.png lf49fhbl2022-08-19 11:34:332022-08-19 11:34:33Quando l’ansia d’amore diventa ansia da prestazione

Dalla pillola blu al laser verde: addio alla chirurgia – Intervista su Il Mattino

Giugno 11, 2022/in News /da lf49fhbl

L’andrologia ha avuto negli ultimi decenni uno sviluppo straordinario, tanto da riuscire a risolvere problemi per i quali prima non esistevano soluzioni. Fabrizio Iacono, professore di ruolo di Urologia all’Università Federico II di Napoli, è stato uno dei pionieri dell’andrologia napoletana. Allievo del professor Tullio Lotti (fondatore dell’urologia universitaria napoletana) Iacono, dopo aver conseguito la specializzazione in urologia, nel 1990 si è specializzato anche in andrologia a Pisa, quando a Napoli questa branca non veniva presa quasi in considerazione.
«Nel 1982 – spiega lo specialista – Tullio Lotti, mio mentore, iniziò a farmi conoscere e a trasferirmi la passione per questa disciplina ultraspecialistica. Era convinto che avrebbe avuto uno sviluppo straordinario e mi disse che me ne sarei dovuto occupare. Nel 1983 feci un lungo stage negli USA per acquisire conoscenze più avanzate che avrei poi importato a Napoli».
Da allora moltissimo è cambiato.
«Sì. All’inizio degli anni 80, ad esempio, avevamo poche possibilità di diagnosticare correttamente e curare la disfunzione erettile. Importai dagli USA un sistema per registrare le erezioni spontanee notturne che tutti gli uomini sani hanno durante la fase rem del sonno. Cominciammo quindi a distinguere la disfunzione erettile di tipo psicologico da quella organica. Purtroppo le possibilità terapeutiche erano poche, si usavano cure su base ormonale che poco risolvevano e si passava direttamente alla chirurgia. In quegli anni eseguimmo i primi impianti di protesi penine idrauliche. Fu solo dopo il 1983 che il francese Ronald Virag propose le prime iniezioni intracavenose con papaverina, aprendo la via farmacologica alla terapia della disfunzione erettile».

Oggi come si cura?
«Il grande cambiamento si è avuto nel 1999 con l’arrivo del primo farmaco orale per la cura sintomatica della disfunzione erettile, il Sildenafil , la famosa pillola blu. Una svolta epocale. Oggi abbiamo 4 molecole, somministrabili per via orale, che servono allo scopo e funzionano nel 70% circa dei casi. Ovviamente sono farmaci che vanno prescritti da un medico, meglio se specialista del settore. Hanno precise indicazioni e possono avere sia controindicazioni che effetti collaterali».

Se questa terapia non risponde?
«Si può ricorrere all’iniezione intracavernosa di prostaglandina da eseguire in autosomministrazione pochi minuti prima del bisogno o l’impianto di protesi penine idrauliche di ultima generazione che mimano la funzione erettile in modo molto naturale».

Esistono alternative non farmacologiche e non invasive?
«Sì, sono un sostenitore delle terapie riabilitative nei casi di lieve calo della funzione erettiva, magari legata all’età che avanza o ad altre situazioni acquisite. L’impiego di particolari integratori brevettati di ultima generazione, in associazione a sedute di onde d’urto a bassa intensità, riescono a migliorare sensibilmente la funzione sessuale maschile con risultati duraturi nel tempo».

Per l’infertilità maschile che progressi terapeutici ci sono stati?
«Straordinari. Basti pensare alle azoospermie, l’assenza cioè di spermatozoi nel liquido seminale. Questi erano casi praticamente irrisolvibili in passato. Oggi le tecniche microchirurgiche ci consentono di prelevare spermatozoi direttamente dal testicolo ed eseguire poi una fecondazione in vitro risolvendo circa il 50% dei casi».

Passi importanti anche per l’ipertrofia prostatica benigna. Quali sono le ultime soluzioni?
«L’impiego dei laser ha trasformato completamente questa chirurgia, rendendo la procedura minimante invasiva e con una degenza di 24 – 48 ore. La parte ingrossata della prostata può essere letteralmente vaporizzata per via endoscopica con il laser verde (Green Laser) in circa 30 minuti, riducendo al minimo il sanguinamento e facilitando la ripresa post operatoria rendendola estremamente breve».

https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2022/06/iacono-def.png 948 2048 lf49fhbl https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/03/logo_fabrizioiacono.png lf49fhbl2022-06-11 09:10:572022-06-11 09:21:38Dalla pillola blu al laser verde: addio alla chirurgia – Intervista su Il Mattino

Disfunzione erettile: «Troppi giovani lamentano un problema, spesso solo psicologico. Rischio per abuso di farmaci comprati sul web».

Maggio 18, 2022/in News /da lf49fhbl

“Sono moltissimi i giovani che lamentano un problema di disfunzione erettile, nella maggior parte dei casi si tratta solo di una difficoltà psicologica. E la pandemia purtroppo ha acuito il problema.”

A porre l’attenzione sugli effetti nei giovanissimi di due anni e più di convivenza con il Covid è il professor Fabrizio Iacono, andrologo, urologo e docente di ruolo alla Federico II di Napoli.

Come spiega il professor Iacono: “Uno dei problemi più sentiti è legato all’impossibilità di raggiungere o mantenere un’erezione efficace. Purtroppo questo è un tema sul quale ci sono ancora molti tabù e per questo i ragazzi finiscono per assumere sostanze anche pericolose comprate sul web senza alcuna ricetta e senza un consulto medico».

Il professor Iacono ricorda che il  problema della disfunzione erettile, qualora non sia legata a fattori psicologici, oggi può essere affrontato grazie a soluzioni innovative e spesso per nulla invasive.
Escluse dunque le cause psicogene, le ragioni della disfunzione erettile possono essere di natura vascolare o endocrine. Un quadro molto complesso, ma anche ricco di possibili soluzioni non invasive né dolorose. Tra le strategie più affermate in ambito medico, una delle soluzioni più innovative ed efficaci è costituita dall’utilizzo di onde d’urto a bassa intensità .
Si tratta, semplificando, di impulsi della durata di circa 5 microsecondi. Questo meccanismo agisce in due modi, provoca un danno meccanico diretto creato dall’onda stessa e crea un meccanismo di rigonfiamento e successivo collasso delle bolle all’interno dei vasi sanguigni. Vengono coinvolti prima i capillari, cioè i vasi di diametro minore, e poi i vasi più grandi. «A causa della formazione e della successiva rottura di queste microbolle – spiega l’esperto – all’interno dei capillari si provoca un danno all’endotelio con associato uno stress vascolare. Microtraumi del tutto innocui che innescano un richiamo di cellule progenitrici e di fattori di crescita che stimolano la neoangiogenesi con la formazione di nuovi vasi sanguigni».
In altre parole si cerca di spingere l’organismo a rigenerarsi, e generalmente è sufficiente una seduta a settimana per 8 -10 settimane per raccogliere risultati eccellenti. «Circa 7 pazienti su 10 notano che l’erezione migliora in modo permanente a distanza di mesi o anni dalla fine del trattamento. È possibile anche associare complessi fitoterapici che stimolano la funzionalità erettile tramite meccanismi neurotrasmettitoriali, mimano l’azione del testosterone e hanno spiccate capacità antiossidanti». Resta poi un appello forte alla prevenzione: «È determinate anche per individuare precocemente il carcinoma della prostata. Come per l’auto, tutti abbiamo bisogno di fare un “tagliando” del nostro apparato urogenitale e dormire così sonni tranquilli».

https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2022/05/PROF-FABRIZIO-IACONO.jpg 2048 1364 lf49fhbl https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/03/logo_fabrizioiacono.png lf49fhbl2022-05-18 15:07:202022-05-18 15:07:20Disfunzione erettile: «Troppi giovani lamentano un problema, spesso solo psicologico. Rischio per abuso di farmaci comprati sul web».

Infertilità maschile in aumento dopo aver avuto il Covid

Febbraio 23, 2022/in News /da lf49fhbl

Infertilità da Covid, Fabrizio Iacono (Federico II): «Molte coppie hanno difficoltà a concepire, il virus può causare infiammazione dei testicoli».

«Molte coppie con una grande difficoltà ad avere figli, soprattutto a causa di una minore fertilità maschile». L’allarme su uno dei più gravi effetti collaterali del Covid arriva dal professore associato della Federico II di Napoli Fabrizio Iacono. Urologo e andrologo, Iacono parla di un dato che «sta emergendo con sempre maggior chiarezza dalla letteratura scientifica, ma anche dalla pratica clinica».
In particolare, il professor Iacono spiega che «il virus può generare, anche se non in tutti i pazienti colpiti, un’infiammazione – spesso asintomatica – dei testicoli. Si può avere quindi un coinvolgimento del tessuto testicolare che può distruggere i tubuli seminiferi che producono spermatozoi – dice – alterando così i parametri seminali e incrementando la frammentazione del DNA. Ed è proprio questo danno al DNA a rendere gli spermatozoi incapaci di fecondare». Di qui una ridotta fertilità o addirittura un’infertilità da Covid. A preoccupare è oggi la diffusione sempre più spesso endemica della malattia, con un’infezione certamente meno problematica sotto il profilo delle ospedalizzazioni, ma anche molto pericolosa per quella che ormai viene comunemente definita come sindrome di “Long Covid”.
«L’attenzione da parte della comunità scientifica riguardo gli aspetti della riproduzione maschile – dice il chirurgo – deve essere alta più che mai, dobbiamo essere in grado di prevenire eventuali alterazioni e problematiche sulla possibilità di un successivo concepimento». Ecco perché i giovani colpiti da Covid, anche se asintomatici, una volta guariti dovrebbero sottoporsi ad una visita specialistica. «Una delle teorie più accreditate riguardo il virus – prosegue Iacono – è che utilizzi un enzima chiamato ACE2 come recettore per entrare nelle cellule dell’organismo. E proprio questo recettore è presente nei testicoli, in particolare in quelle che si definiscono cellule di Leydig e Sertoli». Questo tipo di rischio del Covid è comunque ancora molto dibattuto.
Iacono fa riferimento a diversi studi clinici, 6 per la precisione, in cui si è indagata la presenza del virus a livello del liquido seminale in soggetti colpiti da infezione da Covid. Un solo studio ha analizzato l’impatto del virus ed eventuali alterazioni dello spermiogramma. Gli autori tedeschi hanno arruolato 20 pazienti che sono stati colpiti dal virus e confrontati con 14 volontari sani. Inoltre, gli stessi autori hanno classificato i pazienti in base alla gravità della malattia che li ha colpiti. «I pazienti con infezione moderata avevano una più bassa concentrazione spermatica e una motilità degli spermatozoi inferiore rispetto a soggetti che erano stati colpiti da una infezione lieve e paucisintomatica». Per contro, uno studio italiano del 2021 pubblicato su Journal of Basic and Clinical Physiology and Pharmacology non ha riscontrato la presenza del virus nel liquido seminale né è stata rilevata alcuna differenza nella qualità dello sperma tra i pazienti con Covid lieve e moderato.
Ma come fare a trattare i casi nei quali il Covid incide sulla fertilità? «Al momento – spiega Iacono – non sono presenti in letteratura studi riguardanti eventuali farmaci o sostanze da assumere per prevenire gli effetti deleteri dell’infezione da Covid sulla fertilità maschile. Ovviamente, cosi come per tutte le altre affezioni virali che colpiscono lo sperma vi si immagina un aumento dello stress ossidativo nei tubuli seminali e quindi si potrebbe ipotizzare un concreto effetto protettivo di alcuni antiossidanti. Un falso mito da sfatare è che il vaccino possa causare alterazioni della fertilità, notizia del tutto falsa. Lo stesso ministero della Salute e l’Organizzazione mondiale della sanità sottolineano che non vi sono al momento evidenze e correlazioni fra il vaccino a mRNA e l’insorgenza di infertilità negli uomini. L’unico rischio arriva dal contagio ed è un rischio che le giovani coppie non dovrebbero mai sottovalutare».

Fonte: il Mattino

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La sessualità al tempo del Covid, problemi e soluzioni non farmacologiche.

Novembre 20, 2021/in News /da lf49fhbl

L’infezione da Covid19 ha modificato gli stili di vita e le abitudini di tutti, entrando di prepotenza persino nelle camere da letto degli italiani, con pesanti ripercussioni sulle relazioni personali e nella sessualità di coppia. Molti studi scientifici, fra cui uno dei più importanti condotto dall’Università di Perugia, hanno dimostrato che la pandemia ha influito molto sulla vita sessuale delle coppie e sulla capacità di interagire fra i sessi.

«Nel mio ambulatorio, ad esempio, registro moltissimi accessi per problemi di disfunzione erettile e credo sia importante fare su questo tema un po’ di chiarezza». A parlare è Fabrizio Iacono, andrologo e urologo, oltre che professore associato alla Federico II di Napoli. «Le cause di questo disturbo – aggiunge – si possono ricondurre a tre “macro problematiche”: cause vascolari, endocrine o psicogene. Purtroppo, la pandemia ha accentuato problematiche di relazione come il disagio, la frustrazione, l’ansia da contagio che nei soggetti più sensibili è esacerbata con l’insorgenza della disfunzione erettile. Inoltre, vi sono alcuni studi ancora in corso che dimostrano come l’infezione da coronavirus possa ledere le pareti dell’endotelio vascolare, creando delle lesioni ed interrompendo l’integrità dei capillari arteriosi che costituiscono le “strade” più importanti all’interno del pene per veicolare ossigeno e far funzionare il meccanismo dell’erezione».
Un quadro molto complesso, ma anche ricco di possibili soluzioni non invasive né dolorose. Iacono spiega che una delle strategie più affermate in ambito medico è costituita dall’utilizzo di onde d’urto a bassa intensità.
Si tratta, semplificando un po’ di impulsi della durata di circa 5 microsecondi. «Questo meccanismo agisce in due modi – chiarisce il chirurgo – provoca un danno meccanico diretto creato dall’onda stessa e crea un meccanismo di rigonfiamento e successivo collasso delle bolle all’interno dei vasi sanguigni. Vengono coinvolti prima i capillari, cioè i vasi di diametro minore, e poi i vasi più grandi. A causa della formazione e della successiva rottura di queste microbolle, all’interno dei capillari si provoca un danno all’endotelio con associato uno stress vascolare. Microtraumi del tutto innocui che innescano un richiamo di cellule progenitrici e di fattori di crescita che stimolano la neoangiogenesi con la formazione di nuovi vasi sanguigni».
Una tecnica che “inganna” per certi versi il nostro organismo spingendolo ad rigenerarsi. Basta di norma una seduta a settimana per 8 -10 settimane e i risultati, dicono gli addetti ai lavori, eccellenti. «In circa 7 pazienti su 10 l’erezione migliora in modo permanente a distanza di mesi o anni dalla fine del trattamento. È possibile anche associare complessi fitoterapici che stimolano la funzionalità erettile tramite meccanismi neurotrasmettitoriali, mimano l’azione del testosterone e hanno spiccate capacità antiossidanti».
Questi trattamenti fisici permettono di eseguire quella che il professor Iacono definisce una terapia “tailored”, basata cioè sulle caratteristiche cliniche di ciascun paziente. Resta però un appello che il professore rivolge agli uomini: «Non abbandonate la prevenzione, che può essere determinate anche per individuare precocemente il carcinoma della prostata. Come per l’auto, tutti abbiamo bisogno di fare un “tagliando” del nostro apparato urogenitale e dormire così sonni tranquilli».

 

https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/11/Default.png 1500 898 lf49fhbl https://fabrizioiacono.it/wp-content/uploads/2021/03/logo_fabrizioiacono.png lf49fhbl2021-11-20 11:42:582021-11-20 11:43:30La sessualità al tempo del Covid, problemi e soluzioni non farmacologiche.

Ipertrofia Prostatica Benigna: dal laser al Tullio alla luce verde, la cura solo su misura

Ottobre 8, 2021/in News /da lf49fhbl

L’ipertrofia prostatica benigna (definita spesso con l’acronimo IPB) è una condizione legata all’avanzare dell’età ed è una delle patologie più diffuse fra la popolazione maschile. Colpisce circa il 50% degli uomini di età compresa fra i 51 e i 60 anni e fino al 90% degli ultranovantenni. Ne abbiamo parlato con il professor Fabrizio Iacono, andrologo e urologo, docente alla Federico II di Napoli.
«La crescita dell’adenoma prostatico – ci ha spiegato – comprime l’uretra determinando una difficoltà della minzione, la nicturia (ovvero la necessità di svegliarsi spesso di notte per urinare), una sensazione di non aver svuotato correttamente la vescica e l’esigenza di fare la pipì più e più volte. Cosa ancor più “fastidiosa”, possono coesistere anche problemi della sfera sessuale, come la disfunzione erettile e disturbi legati all’orgasmo». Ecco perché il professor Iacono considera di fondamentale importanza una visita urologica accurata che inquadri il paziente a 360 gradi e allo stesso tempo l’esecuzione di alcuni esami diagnostici semplici e per nulla dolorosi, come la ecografia vescico-prostatica e l’uroflussimetria con misurazione del residuo post minzionale. Poi, in base a quanto i sintomi impattano negativamente sulla qualità di vita si decide insieme al paziente il tipo di trattamento, medico o chirurgico.

Iacono chiarisce che «il trattamento chirurgico dell’ IPB ormai si basa quasi esclusivamente su interventi di tipo endoscopico con un approccio transuretrale, mentre è quasi stata abbandonata del tutto la chirurgia a “cielo aperto”. In questo modo si riduce enormemente la possibilità di complicanze come il sanguinamento e la necessità di molti giorni di ricovero».
Fortunatamente, in aiuto sia al paziente che al chirurgo, sono state sviluppate le tecniche cosiddette mininvasive con l’utilizzo di vari tipi di laser. «È compito di noi chirurghi proporre al paziente la giusta tecnica laser ritagliata sull’anamnesi e sulla sintomatologia riscontrata giacché potremmo dire che ogni paziente ha un suo “laser”». Questo significa a seconda delle caratteristiche del paziente il chirurgo deve scegliere il tipo di laser più adatto.

Per maggiori approfondimenti, leggi l’articolo completo su Il Mattino.

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